Non contrarietà all’abbattimento, ma una richiesta di maggiore impegno nelle azioni di prevenzione. È questo, secondo fonti ministeriali, il parere emesso dall’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (Ispra) sulla richiesta di abbattimento di M90 arrivata dalla Provincia.
Il parere
La giunta aveva mandato le carte a Roma dopo che l’orso era stato protagonista, domenica scorsa, di un incontro ravvicinato con una coppia su un sentiero nella zona di Mezzana. I due giovani, residenti in Val di Sole, stavano percorrendo un sentiero al momento dell’incontro. L’orso, stando al verbale della forestale, si era avvicinato fino a 10 metri dalla coppia e l’aveva poi seguita per più di mezzo chilometro, per poi allontanarsi quando sul posto erano sopraggiunti degli amici della coppia, forse intimorito dal rumore della moto guidata dai giovani. Proprio questo comportamento confidente, unito a precedenti azioni problematiche, aveva spinto la Provincia a chiedere a Ispra un parere sull’abbattimento. La risposta è partita ieri da Roma. Fonti ministeriali dicono che Ispra ha espresso un parere di «non contrarietà» demandando poi alla Provincia di «valutare se procedere con l’abbattimento». L’istituto ha riconosciuto che gli atteggiamenti di M90 sono «comportamenti riconducibili ai gradi dal 13 al 16» del Pacobace. L’istituto fa riferimento alla tabella di pericolosità del piano di gestione. Si va dall’1 (il meno pericoloso) fino al 18. I comportamenti dal 13 al 16 indicano un orso che «è ripetutamente segnalato nei centri residenziali», «provoca danni ripetuti a patrimoni per i quali l’attivazione di misure di prevenzione e/o dissuasione risulta inefficace», «attacca (con contatto fisico) per difendere i propri piccoli, la propria preda o perché provocato in altro modo» e, il più grave, «segue intenzionalmente persone». Sulla base di questa valutazione, e riconosciuto «che è stata fatta un’attività di dissuasione», Ispra esprime la «non contrarietà all’abbattimento». L’istituto però, nella sua risposta, chiede anche «maggiore prevenzione». «Risolvere il problema dei cassonetti», questa la richiesta presentata alla Provincia. Complice il problema del letargo accorciato, durante l’inverno infatti i rifiuti diventano una fonte di cibo troppo facile da ottenere per i plantigradi e avvicinarsi ai centri abitati può far perdere loro la naturale diffidenza verso l’uomo.