Cani avvelenati a Castello del Matese,in località Castagneto, una pratica che purtroppo continua in buona parte del territorio. A segnalarci il caso , un cittadino matesino che come tanti ha a cuore gli animali. Ovviamente, non è detto che i responsabili siano certamente cittadini del Matese anche perchè sono tanti quelli che arrivano in questa zona da fuori regione per motivi diversi.L’utilizzo di esche avvelenate è purtroppo molto ricorrente, soprattutto nelle aree dedicate alla raccolta dei tartufi. Individui senza scrupoli, spesso tra gli stessi cercatori di tartufo, sono pronti ad uccidere i cani degli altri contendenti, restando per lo più impuniti, poiché per non rivelare le zone di raccolta più proficue, i padroni dei cani da tartufo rimasti uccisi, seppur subendo questa pratica aberrante, non denunciano gli avvelenamenti, che spesso poi reiterano a loro volta ai danni degli altri cani dei cercatori concorrenti. Un cane, per essere ritenuto “da tartufo”, deve avere caratteristiche specifiche, tipo un olfatto molto sviluppato, deve rimanere concentrato sull’obiettivo senza lasciarsi distrarre da altre tracce e deve avere una ottima resistenza, la fatica nella ricerca è infatti notevole. Tutti i cani sono preda di bocconi avvelenati, perché essi sono preparati in modo subdolamente appetitoso. I veleni sono spesso accompagnati e mescolati a carne di pollo o cotenna o salsicce. Purtroppo ci si accorge sempre tardi, se non in rari casi, dell’avvelenamento del cane, spesso ogni azione di salvataggio è inefficace, essi infatti già quando il veleno è in circolo accusano tremori e schiuma alla bocca, movimenti involontari e contratture. Il ritrovamento del cane avvelenato è sempre uno strazio, ed in questo caso è anche una forte perdita economica dato che per “ addestrare” un cane alla ricerca del tartufo, occorrono dai 3mila agli 8mila euro, a seconda dell’esemplare canino. Purtroppo si riscontra un incremento di tali avvelenamenti, in tutta Italia rispetto al 2022, spesso causate da dinamiche chiaramente economiche, ma anche per beghe tra cercatori. Di recente a Castello del Matese, dicevamo, si sono riscontrati molti casi di cani da tartufo avvelenati con metaldeide, un veleno composto da piccoli granuli azzurro-verdi. Spesso tali bocconi contengono anche pezzi di vetro e frammenti di chiodi. La barbarie di tali pratiche non è degna di un paese civile come il nostro, e non esistono motivazioni o profitti tali da giustificare il perpetrare di tali condotte, tramandandole, per quanto dura sia la raccolta, per quanto grande sia la soddisfazione del bottino, ammazzare un animale, nella fattispecie un cane, resta un FOTO DI REPERTORIO
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