Tornano le esche avvelenate sui Monti dell’alta Valle dell’Aniene a nord est della Capitale. Ben due trovate nei boschi di Arsoli, Comune vicino Subiaco, dove una fetta del territorio fa parte del Parco Regionale dei Monti Simbruini. A scovarle un cacciatore che ha evitato la sicura morte dei suoi cani. Dietro potrebbe esserci l’ormai famosa faida dei tartufi, l’oro nero dei boschi, che ha già provocato una strage di quadrupedi con l’obbiettivo di eliminare i cani dei concorrenti, quella di Arsoli è terra dell’uncinato, costo al kg, oltre i mille euro. Oppure, spiega un esperto della zona, un attacco ai cacciatori. Bocconi avvelenati che dividono il mondo dei cacciatori della Valle dell’Aniene. Le due esche, rigatoni ripieni e sigillati, sono stati trovati una quindicina di giorni fa a Colle Tora, un territorio montuoso che confina con quello di Cervara di Roma e del Parco Regionale dei Monti Simbruini. Altre esche avvelenate lo scorso mese di gennaio uccisero due cani, un labrador e un lagotto romagnolo, cane da tartufo, nel territorio di Camerata nella zona di Campo Secco, in pieno Parco Regionale dei Monti Simbruini. A lanciare l’allarme di esche avvelenate è stato il sindaco di Arsoli, Gabriele Caucci, che sulla sua pagina di facebook ha postato una segnalazione dell’istituto Zooprofilattico di un sospetto avvelenamento nei due rigatoni ripieni.