ANCONA - Avrebbe venduto un cucciolo di bulldog francese falsificando il libretto di vaccinazioni e rassicurando gli acquirenti sulle buone condizioni di salute dell’animale. Animale morto tre giorni dopo il pagamento di 400 euro a causa di un virus, probabilmente già in atto durante la compravendita. È con le accuse di falso materiale e truffa che è finito a processo un 40enne di San Benedetto del Tronto. A portarlo a giudizio è stata la denuncia sporta dagli acquirenti, all’epoca residenti nel Riminese. Il cucciolo, di appena tre mesi, aveva iniziato a stare male appena portato a casa dalla coppia di fidanzati. Nel giro di 72 ore era morto. Ieri mattina, davanti al giudice Tiziana Fancello ha testimoniato il 35enne che aveva acquistato il cane con la compagna, raccontando i termini della trattativa e il luogo di incontro con il 40enne, che si era presentato come il proprietario di un allevamento di Bulldog situato nelle vicinanze di Ancona. «Non conoscevo personalmente il signore - ha detto in aula rispondendo alle domande del pm -, l’ho contattato sul portale di subito.it per trattare della vendita del cucciolo e ci siamo accordati su dove e quando vederci». I due si erano dati appuntamento nel maggio del 2017 all’uscita su uno dei caselli autostradali di Ancona. Il 35enne e la sua compagna avevano pattuito con il presunto allevatore un pagamento di 400 euro. «Non mi aveva consegnato il Pedigree, ma il libretto di vaccinazioni. Sembrava essere tutto regolare». Il cucciolo gli «era stato consegnato nel trasportino, aveva una coperta sopra. Mi era stato detto che era stanco del viaggio. Avevo fatto in tempo a caricarlo in auto che il venditore era sparito, ripartendo». All’arrivo a casa, l’amara sorpresa. «Il cucciolo - ha continuato il testimone nel suo racconto - aveva iniziato a defecare sangue. Siamo corsi dal veterinario ma nel giro di tre giorni è morto». La diagnosi: il cane aveva contratto il Parvovirus, un’infezione che può essere combattuta con i vaccini e che se non curata può portare alla morte nel 91% dei casi. «Dopo la morte - ha ricordato il 35enne - andammo a sporgere denuncia, cercando anche di contattare il venditore. Ma era sparito. Il veterinario ci disse che il cane era già malato al momento dell’acquisto». Per la procura, l’imputato aveva alterato il libretto delle vaccinazioni, falsificando la firma del veterinario. Il processo è stato aggiornato al 10 luglio, quando potrebbe arrivare la sentenza.