È successo a Giacomo Montanari. «Chi fa queste cose deve avere un cuore di pietra, considerata la terribile agonia cui vanno incontro gli animali», si sfoga l’agricoltore in attesa dell’esito degli esami zooprofilattici che appureranno il principio attivo del tossico che ha ammazzato i suoi amati cani quattro zampe. Poi, assicura, sporgerà denuncia ai Carabinieri.
«Abbiamo fatto di tutto per salvarlo»
«L’agonia del primo, un Labrador avvelenato a Zevio, è durata una settimana. Probabilmente aveva ingerito un topicida, vista l’azione lenta del veleno. Abbiamo fatto di tutto per salvarlo, inutilmente. I tre cani uccisi a Palù li avevo liberati verso le 10 perché facessero il solito giretto con rientro verso mezzogiorno. Non vedendoli arrivare sono andato a cercarli: li ho trovati tutti e tre stecchiti vicino al capannone dell’azienda, tutti con il muso rivolto verso casa, a poca distanza uno dall’altro. Avevano la lingua nera. L’ipotesi è che abbiano ingerito bocconi contenenti un veleno micidiale per l’effetto immediato, tipo il solfato di zinco usato, con l’obbligo di sotterrarlo, per frenare l’espansione delle nutrie.