È morto Maurizio Costanzo, uno dei più grandi protagonisti del giornalismo e della televisione italiana. Aveva 84 anni e fino all’ultimo ha continuato a lavorare. Una carriera lunghissima la sua, iniziata da giovanissimo nel 1956, che lo ha visto anche paroliere per Mina (è sua l’intramontabile “Se telefonando”) e sceneggiatore. Nella sua lunghissima storia spicca però la creazione del primo talk show della televisione italiana, il “Maurizio Costanzo Show” (prima in Rai e poi su Canale 5). Un programma diventato di riferimento, fin dagli inizi, e di culto con il passare degli anni, grazie all’abilità nel mescolare generi e argomenti: politica, cronaca, spettacolo e arte. Finito nel mirino della mafia, era scampato a un attentato di Cosa Nostra e dal 1995 era sposato con Maria De Filippi, rimasta sempre al suo fianco. Quello che non tutti sanno, però, e che Costanzo era un grandissimo amante di cani e gatti. Una passione, la sua, messa nero su bianco in un libro “Preferisco i cani (e un gatto)”. Edito da Mondadori racconta di tutta la sua ammirazione nei confronti degli animali. «Che sono superiori a noi in tante faccende», scriveva Costanzo, «come la capacità di esprimere affetto, di dimostrare fedeltà, di essere sinceri e di prevaricare l’altro solo per lo stretto necessario alla sopravvivenza. L’uomo no, l’uomo prevarica per gioco, per noia, per insicurezza, per vuota ambizione. L’osservazione del mondo animale è stata per me una lezione di vita».
Costanzo ha sempre vissuto a contatto con gli animali, sin da bambino. Specialmente con i cani nutriva un amore così forte da entrarci in simbiosi. E tra i quattro zampe i suoi preferiti erano i bassotti, razza per cui nutriva particolare venerazione. Negli ultimi anni, però, si era “convertito” al mondo dei felini adottando Filippo, un tenero gatto certosino che ben presto è diventato il suo inseparabile amico. Il micio che viveva nel suo ufficio gli ha tenuto compagnia negli ultimi anni. Diventano un punto fermo delle sue giornate. «Per me», raccontava Costano in diverse interviste, «sarebbe più facile pensare di vedere il mio ufficio senza un dipendente piuttosto che senza UN GATTO.
FOTO DI REPERTORIO IPA |