La maxi operazione dei Carabinieri Forestali denominata Pettirosso, di cui avevamo dato notizia alcune settimane fa perché vedeva coinvolte le province di Bergamo, Brescia e Mantova, ha portato alla denuncia, sul territorio soprattutto dell'Alto Mantovano, di 17 persone, delle quali 12 sono state poi arrestate. Le zone di confine dell'Alto Mantovano sono risultate aree battute dai bracconieri perché facilmente raggiungibili dalle province limitrofe. L'operazione ha visto il sequestro anche di numerosi richiami vivi, con anelli di identificazione contraffatti o manomessi, oltre a esemplari di avifauna illegalmente uccisi.
I reati principali che le forze dell'ordine del corpo forestale dei Carabinieri hanno ipotizzato sono di contraffazione di pubblici sigilli, uso abusivo di sigilli destinati a pubblica autenticazione, detenzione non consentita di specie protette e particolarmente protette, uccellagione ed esercizio di caccia con mezzi non consentiti.
Un'operazione complessa, che ha visto uomini di varie province e reparti collaborare sui tre territori, che ha visto anche la collaborazione, con segnalazioni, di cittadini e guardie ecologiche volontarie che hanno informato i militari tutto quanto risultava sospetto o non conforme alle normali regole conosciute dai più, come ad esempio i richiami acustici elettromagnetici che riproducono il canto degli uccelli.
L'operazione Pettirosso è stata coordinata dal reparto operativo Soarda (Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati in Danno agli Ambienti) del Raggruppamento Carabinieri Cites con i gruppi Carabinieri Forestali. Anche a Castiglione, da poco tempo, è attivo un nucleo di Forestali che, nelle parole dell'amministrazione Volpi al tempo dell'insediamento, «ci aiuteranno ad arginare tutti i tipi di reati perpetrati sul nostro territorio ai danni dell'ambiente».