Siamo in agosto, nel pieno dell'estate bresciana: la città si svuota, il canile invece no. Ci sono i cani abbandonati e basta, per fortuna non così tanti come qualche anno fa. E poi ci sono le "cessioni": famiglie e persone che non vogliono (o non possono) più tenersi il cane per i più disparati motivi. "In estate, in media, ci arrivano 5 o 6 richieste di cessione al giorno, il doppio rispetto al resto dell'anno. Non siamo qui per giudicare, e come sempre facciamo il possibile per dare all'animale una seconda possibilità. Ma sarebbe bene capire che se ci sono dei problemi, salvo casi particolari, ci sono anche delle soluzioni. E la soluzione non può essere il canile".
Il problema delle "cessioni"
Lo raccontano i volontari del Canile Rifugio di Brescia, da 20 anni gestito dall'associazione Sos Randagi. L'appello è a pensarci bene, non fare le cose in fretta: maschi, femmine, cuccioli e anziani, nessuno viene escluso dal fenomeno delle "cessioni". "Un fenomeno che ultimamente sta aumentando a dismisura - dicono ancora dal Canile Rifugio - e come detto è solitamente in estate che si registrano i numeri più importanti. Un periodo dell'anno per noi sempre complicato, perché sono più gli ingressi che le adozioni, nonostante ci sia tanta gente che si adopera e ci dà una mano".
La questione è netta: "Per il cane - spiegano i volontari - la cessione è come un abbandono. Abituato a vivere in casa, in giardino o sul divano, insomma i luoghi in cui si sente sicuro, si ritrova a vivere in canile, un posto che non conosce. Alcuni di loro sono spaventatissimi: fanno fatica a uscire dal box, faticano perfino a mangiare". Le motivazioni sono tante, alcune di queste davvero irrisolvibili: ma per altre sarebbe d'obbligo un ragionamento più approfondito.
"Il canile non è la soluzione"
"Pensiamo a chi dice di aver cambiato lavoro, o chi dice di trovarsi un cane ingestibile, e ancora chi non sa a chi affidarlo durante le vacanze - dicono ancora i volontari - e ci sono tanti che fanno richieste di cessione anche dopo il Covid. Si sono resi conto che il cane (ma vale anche per il gatto, ndr) è un impegno, e come tale va onorato: ogni animale ha il suo carattere e le sue esigenze, bisogni primari come l'acqua, il cibo, la cura, gli spazi adeguati, ma anche socialità, passeggiate, gioco, esperienze. Per questo sarebbe meglio non scaricare queste responsabilità ad altri, nel nostro caso al canile. Ma provare a risolvere il problema, perché il cane ormai fa parte della famiglia. Ci sono professionisti come cinofili e addestratori. E per situazioni temporanee si può sempre fare affidamento a una pensione per cani, ai dog sitter, all'amico o al vicino di casa. L'importante è provarci".
C'è chi dà, ma per fortuna c'è anche chi prende. Ma con gli animali non si scherza: "Lo diciamo a chiunque venga da noi per cercare un cane o un gatto. L'adozione deve essere consapevole: ogni animale ha caratteristiche e bisogni propri. Nel limite del possibile cerchiamo di consigliare al meglio, vivendo con loro ne conosciamo carattere e comportamento. Non è un gioco, non è un peluche: un cane è pronto a diventare parte integrante della famiglia, è un bellissimo impegno, ma è pur sempre un impegno". La campagna di adozioni, quella, non si ferma mai: per informazioni 346 3856600 oppure 338 1713874).
Quanti abbandoni in Italia?
Non da meno gli abbandoni: "Un fenomeno che riguarda tutta Italia - fa sapere la Lega del Cane in una nota - e che purtroppo trova un picco nel periodo estivo. Sarebbero fino a 180mila gli animali, tra cani e gatti, che lo scorso anno sono stati accolti nei canili o sterilizzati dal servizio pubblico. Ricordiamo sempre l'importanza di denunciare alle forze dell'ordine quando si assiste all'abbandono di un animale. Non solo è un reato (punito dall'art.727 del Codice penale, che prevede l'arresto fino a 1 anno e un'ammenda fino a 10mila euro) ma è anche un tradimento della fiducia che queste creature ripongono in noi".