Nei giorni scorsi tre unità cinofile antiveleno (Uca) dei carabinieri forestali composte da tre conduttori e da quattro cani, hanno effettuato ispezioni nel Parco Nazionale dell'Aspromonte per verificare l'eventuale presenza ed uso nel territorio di bocconi avvelenati.
"L'operazione Milvus - spiegano dal Parco - è stata condotta dalle Uca del Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari dei carabinieri (Cufaa) in coordinamento con l'Ente ed in sinergia con il Rrggruppamento carabinieri Parchi reparto P.N. “Aspromonte”. L'iniziativa sarà ripetuta periodicamente grazie ad un accordo che Ente Parco e Cufaa hanno stipulato nell'ambito del progetto Life Milvus con l'obiettivo di collaborare nella prevenzione e contrasto all'uso illegale del veleno".
Questa pratica, purtroppo, è molto diffusa in Italia e provoca ogni anno la morte di centinaia di animali domestici e selvatici, comprese specie rare e minacciate. Il veleno viene utilizzato soprattutto, ed inutilmente, per eliminare potenziali predatori del bestiame incustodito o di specie cacciabili, nelle dispute tra cercatori di tartufi o, più semplicemente, per regolare dissidi tra vicini di casa.
L'uso di esche e bocconi avvelenati ha conseguenze imprevedibili e può provocare la morte di numerosi animali: quelli che ingeriscono direttamente il veleno e quelli che si cibano di animali morti avvelenati. Si tratta di un reato odioso, che viene punito in base a vari articoli del codice penale oltreché a varie leggi nazionali e regionali e ad una specifica Ordinanza del ministero della Salute.