REGGIO CALABRIA (1 Febbraio 2022) La maglia nera spetta alla Calabria con oltre 70.000 cani tenuti alla catena, ma seguono a ruota la Sicilia e la Puglia con entrambe oltre 50.000 cani alla catena, e poi regioni insospettabili alcune delle quali hanno delle leggi che vietano di tenere i cani alla catena e che considerano questo come una vera e propria tortura e quindi punibile ai sensi di legge come un maltrattamento ai sensi dell'articolo 544 del codice penale quali Lazio, Piermonte, Lombardia e Veneto. Infatti specialmente nelle zone rurali anche del nord Italia il fenomeno dei cani a catena pur se diminuito sensibilmente negli ultimi decenni è ancora diffuso e vi sono zone specialmente nelle alpi lombarde ed in Piemonte dove ancora oggi un cane su due è tenuto alla catena e per giunta a catena corta. Si calcola che possano essere ad oggi 1,5 milioni i cani tenuti totalmente o parzialmente a catena su una popolazione totale di oltre 7 milioni di cani presenti in Italia. "Si tratta di una pratica barbara che porta ad un inutile sofferenza per il cane che non può muoversi liberamente e che spesso viene lasciato vivere anche nei propri escrementi senza dimenticarci che negli incendi dei mesi scorsi sono morti moltissimi cani arsi vivi in Sardegna" scrivono gli animali dell'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente AIDAA che annunciano a breve una serie di iniziativa per contrastare questo vergognoso fenomeno tenendo conto che allo stato attuale solo tre regioni italiane Campania, Marche ed Umbria vietano completamente la catena per i cani ma senza che questa legge trovi anche li totale applicazione.