A Lampedusa da fine novembre diversi cani sono stati trovati morti per avvelenamento. Una mano scellerata e disumana ha deciso di seminare terrore, molti di questi cani sono stati poi ritrovati morti, di altri non si ha più alcuna notizia e non sono stati avvistati da nessuno.
L’isola si è svuotata con il finire dell’estate, ed evidentemente a chi è rimasto non va giù la convivenza con quelle povere ed innocue anime, alcuni di questi cani erano di quartiere, conosciuti e rifocillati dagli abitanti del posto. Si tratta non solo di randagi ma anche di cani padronali, che non vengono più ritrovati, scomparsi sotto gli occhi dei proprietari che li portano a passeggio e talvolta li lasciano liberi di giocare senza guinzaglio.Fino ad oggi sono circa 10 i cani avvelenati, scomparsi, anche tanti gatti. Qualcuno ha chiesto aiuto all’amministrazione comunale del luogo ma nessuno è intervenuto, lo stesso per le forze dell’ordine. La paura di chi ha dei cani o di chi accudisce dei randagi è quella di ritrovarseli morti senza una motivazione, la mano dell’uomo può essere crudele e commettere crimini contro chi è indifeso.La legge punisce con la reclusione fino a due anni chi usa violenza, maltratta o uccide un animale. Quello che sta accadendo a Lampedusa non può essere la sola voce di chi ama gli animali, ma anche di chi abita con civiltà e rispetto questa terra. E i dati sui cani avvelenati, purtroppo, pongono la Sicilia come maglia nera con oltre seimila esemplari uccisi. Prima della Sicilia solo la Calabria.