Alcune case di Vulcano, isola dell’arcipelago delle Eolie, sono state evacuate in contrada Porto Levante, dove i residenti avevano segnalato fumi dal sottosuolo che avevano provocato malori ad alcuni animali domestici. I tecnici dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), che tengono costantemente sotto controllo l’attività vulcanica, hanno verificato un degassamento con valori di anidride carbonica superiori alla norma. Gli abitanti evacuati hanno trovato alloggio presso una struttura ricettiva o sono stati ospitati nelle case di familiari residenti nell’isola.
Modifica dei parametri
«Si stanno modificando anche i valori sommitali del vulcano», ha riferito il sindaco di Lipari, nel cui territorio comunale ricade l’isola di Vulcano. «Vedremo se l’area interessata da questo fenomeno è la stessa di quella interessato allo stesso fenomeno alla fine degli anni Ottanta». «C’è un aumento di tutti i parametri, dal flusso del gas alla deformazione del suolo», ha illustrato Stefano Branca, direttore dell’Ingv a Catania. «È un processo lento e graduale: la zona è nota da questo punto di vista e ha da sempre le maggiori problematiche».
Il bollettino dell’Ingv
Nel bollettino del 5 ottobre l’Ingv affermava che «l’isola di Vulcano già in condizioni ordinarie presenta una certo grado di esposizione a fenomeni pericolosi quali gas tossici o asfissianti rilasciati dalle fumarole e con temperature elevate in diverse aree del cratere, di Vulcano Porto e Spiaggia di Levante, e in generale per la grande vicinanza del principale centro abitato al centro attivo di La Fossa», proseguiva l’avviso. «La propagazione del gas può avvenire anche attraverso il suolo, e senza che ci siano segni evidenti a segnalarne la posizione. Le emissioni possono essere insidiose perché non si notano e possono causare accumuli al suolo, talvolta privi di odore e colore. Questi gas sono più pesanti dell’aria e possono saturare avvallamenti o luoghi chiusi».
I pericoli
Secondo le indicazioni della Protezione civile, il cratere principale è quiescente dall’ultima eruzione esplosiva del 1890. Il rischio maggiore è rappresentato dal rilascio di gas tossici come ossido di carbonio (CO), anidride carbonica (CO2), acido solfidrico dal caratteristico odore di uova marce (H2S) e biossido di zolfo (SO2) che risalgono da fratture del suolo.