Un tempo diffusa su tutto iterritorio nazionale, negli anni Settanta è arrivata a un passo dall’estinzione nel nostro paese. Oggi la lontra di fiume europea (Lutra lutra) sta riconquistando il suo areale grazie agli sforzi di conservazione promossi negli ultimi decenni, ma la sua situazione è ancora precaria, tanto che per l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) la lontra in Italia è ancora classificata come “in pericolo” di estinzione. Ne abbiamo parlato con Anna Loy, docente di zoologia all’università del Molise, che dal 1985 studia le lontre italiane.
Scaltra, schiva ed elegante, la lontra di fiume è un mustelide dalle abitudini semi-acquatiche. «Il suo habitat preferenziale sono fiumi e laghi, e questi mammiferi sono predatori in cima alla catena alimentare: si nutrono principalmente di pesci, ma sono abbastanza opportuniste e non disdegnano piccoli anfibi, crostacei e altri invertebrati» spiega a Il Bo Live Anna Loy. «Ma soprattutto le lontre sono ottimi bioindicatori»: detto in parole povere, la loro presenza ci indica un buono stato di salute dell’ambiente e in particolare delle acque dei fiumi.