rovato e denunciato il bracconiere che aveva posizionato alcune tagliole e dei lacci metallici nei boschi di Briona.
I carabinieri forestali di Novara, con la collaborazione delle guardie dell’Ente di Gestione Aree Protette Ticino e Lago Maggiore, ha colto sul fatto un uomo residente in provincia di Vercelli mentre stava prendendo una gazza catturata da una delle tagliole che aveva posizionato nell’azienda agrituristico-venatoria "San Bernardino", all’interno della Garzaia di San Bernardino, parte del sistema naturalistico delle Garzaie Novaresi.
Il giorno prima una faina, specie protetta, era stata salvata dai volontari del Rifugio Miletta da un'altra tagliola nella stessa zona. I carabinieri forestali, dopo una perquisizione, hanno trovato altre due tagliole e circa dieci metri di filo metallico, compatibile con quello utilizzato per la realizzazione dei lacci di cattura trovati nei boschi. Il materiale è stato sequestrato mentre la gazza è stata affidata alle cure del Rifugio Miletta.
"Le modalità della cattura, del tutto non compatibili con il lecito esercizio dell’attività venatoria, hanno condotto alla contestazione dell’ipotesi di reato del furto venatorio - spiegano i carabinieri forestali -. La fauna selvatica, infatti, è patrimonio indisponibile dello Stato ed ogni atto di prelievo della stessa, al di fuori delle modalità e tempi regolamentate dalla normativa di riferimento, configura l’ipotesi di reato del furto aggravato. Inoltre, l’utilizzo di strumenti che producono gravi ed inutili sofferenze agli animali, con crudeltà, ha condotto anche alla contestazione del reato di maltrattamento di animali. Si tratta di un reato introdotto nel codice penale nel 2004 e sanzionata gravemente con la pena della reclusione da 3 a 18 mesi e la multa da 5mila a 30mila euro".