«Sono stato avvelenato da qualcuno che non sa amare. Ora corro felice. Perché so che un giorno rivedrò il mio papà e nessuno più ci dividerà... Il mio nome era Beethoven, avevo solo sette anni. Sono stato avvelenato da qualcuno che non sa amare, ma solo odiare noi cani». Max Piro, cantautore di Fagnano (Varese), ha scritto a nome del suo cane questa lettera, immaginando le parole che avrebbe potuto dire l’animale, morto avvelenato (martedì 23 febbraio, dopo una settimana di agonia) in una delle tante passeggiate al parco con il suo padrone.La lettera è stata affissa da Piro sulla porta di casa. «Amavo sempre stare vicino a lui – dice Beethoven per mano di Max Piro -, anche quando viaggiava. Mi accucciavo sul sedile posteriore dell’auto e mi rilassavo, perché con papà mi sentivo sempre al sicuro. Qui a Fagnano avevo conosciuto tante persone. E tutte mi salutavano e mi regalavano carezze. E io ero felice», spiega ancora «in prima persona» Beethoven. . Fino a quando, non ha iniziato a sentirsi male: «Sono stato avvelenato da qualcuno che non sa amare, ma solo odiare noi cani. Ho sentito il mio papà piangere e disperarsi, ma ormai era troppo tardi. Ora corro felice. Perché so che un giorno rivedrò il mio papà e nessuno più ci dividerà».