Nei giorni scorsi qualche persona mi ha detto che non avrei dovuto presentare l'esposto a Pesaro su quanto accaduto dopo l'incidente di domenica scorsa in cui hanno perso la vita Elisabetta e Federico. Ribadisco ancora una volta che non è nostro intento buttare la croce addosso a nessuno, e che i fatti ai quali ci riferiamo riguardano solo le modalità di gestione del trasferimento dei cani e dei gatti dopo l'incidente e quindi nulla hanno a che vedere con il ricordo di Elisabetta e del suo grande impegno e amore per gli animali che trasportava, impegno riconosciuto unanimemente da tutti coloro, io compreso, i quali la conoscevano. Sgomberato il campo da equivoci per onore di verità riporto qui sotto la testimonianza diretta che mi è stata inviata da una volontaria presente sul posto per dare una mano dopo quel terribile incidente. Sono parole che fanno raggelare il sangue e delineano un quadro chiaro di quanto accaduto. Premetto che ho l'autorizzazione della volontaria alla pubblicazione del testo delle sue parole che indicano delle precise responsabilità.
TESTIMONIANZA RICEVUTA VIA WATSAPP IL GIORNO 11 FEBBRAIO
"Ciao sono una delle persone accorse sul luogo dell'incidente di Elisabetta. Se avete necessità delle info chiamatemi. Il veterinario del servizio sanitario accorso non ha mosso un dito. I cani feriti sono state portate da alcune di noi da un veterinario privato pagato da alcuni benefattori. IL veterinario ASL non ha inoltre permesso a nessuno di salire sul camion dove erano stati messi gli animali per ore. Non ci ha consentito di verificare il loro stato di salute"
Questo il testo ricevuto e di cui sono autorizzato a pubblicare dalla volontaria che mi ha scritto e di cui ho il numero di telefono e il nome e che appunto mi ha autorizzato a pubblicare la sua testimonianza, appare evidente che da questa ricostruzione si evincono degli errori gravissimi, ovviamente restiamo disponibili a pubblicare altre versione che gli interessati vorranno fornirci.
