Nel primo mese di stagione venatoria – iniziata anticipatamente in Sicilia lo scorso 2 settembre e che si concluderà il 31 gennaio dell’anno prossimo – che contemplava solo 12 giornate effettive di caccia, le Guardie giurate volontarie WWF del Nucleo provinciale di Caltanissetta hanno effettuato circa 8 servizi di vigilanza antibracconaggio, di cui uno congiuntamente con i Carabinieri Forestale del Centro Anticrimine Natura di Palermo, Nucleo CITES, ed un altro con l’ausilio dei Carabinieri della Stazione di Mussomeli (CL). Il bilancio è tragicamente impressionante: in totale sono stati denunciati alle Procure di Caltanissetta e di Gela ben 13 cacciatori, sei dei quali provenienti dall’agrigentino; i Carabinieri hanno sottoposto a sequestro penale 10 fucili semiautomatici utilizzati dai cacciatori nonché la selvaggina abbattuta illecitamente; le Guardie WWF hanno elevato 7 verbali di accertamento di violazioni amministrative. I reati contestati ai 13 cacciatori (tutti “regolari” con licenze e documenti, ma che praticavano l’attività venatoria in maniera illecita) sono particolarmente gravi: caccia in periodo di divieto; abbattimento e detenzione di specie per le quali la caccia non è consentita; esercizio della caccia in area protetta; disturbo della fauna in area protetta; introduzione di armi e munizioni in area protetta. Le infrazioni di carattere amministrativo, invece, riguardano la mancata annotazione delle giornate di caccia e dei capi abbattuti sul tesserino venatorio; la caccia in prossimità di strade carrozzabili; la caccia in forma vagante, ecc.
“Il quadro che emerge è quello di una sconfortante situazione di vera e propria emergenza illegalità, dove il territorio provinciale è in balia di cacciatori di frodo senza scrupoli, che non rispettano le regole previste dal calendario venatorio regionale e che commettono gravi illeciti penali alla luce del sole, grazie ad una carenza strutturale di controlli – denuncia amaramente Ennio Bonfanti, coordinatore provinciale della Vigilanza venatoria e ambientale del WWF -. Come noto, infatti, nel Nisseno la vigilanza venatoria istituzionale non è sufficiente, anzitutto in termini di personale coinvolto visto che le FF.OO. hanno organici sempre ridotti rispetto alle svariate esigenze del vasto territorio provinciale. Per questo siamo estremamente grati ai Carabinieri Forestali ed ai Carabinieri di Mussomeli, che hanno garantito il loro prezioso supporto alle nostre attività antibracconaggio. Noi – prosegue Bonfanti – pur essendo volontari, facciamo sforzi enormi per garantire un po’ di vigilanza a tutela della fauna, patrimonio dello Stato, consapevoli di mettere talvolta a rischio la nostra sicurezza o comunque di subire rappresaglie e reazioni anche pericolose. In questa battaglia, nonostante la pronta collaborazione delle forze di Polizia quando ne chiediamo l’intervento, ci sentiamo un po’ soli…”.