MILANO (15 FEBBRAIO 2020) Il consiglio comunale di Milano ha approvato nella seduta di giovedi scorso un ordine del giorno con il quale si chiede la distribuzione del regolamento di tutela animali a tutti gli inquilini oltre all'esposizione nelle portinerie di un cartello con l'indicazione dei numeri utili per il contrasto al maltrattamento ed all'abbandono di animali. Una iniziativa lodevole se non fosse per la gravità delle premesse da cui si muove questo ordine del giorno (numero 562 della circolare) che si apre con questo testo: "Premesso che sono frequenti episodi di maltrattamento di animali domestici all'interno dei caseggiati popolari, determinati spesso da disagio sociale, problemi di natura psichiatrica, come gli accumulatori seriali o dovuti a semplice ignoranza della normativa in materia" Le premesse continuano poi con la frase:"Il nucleo tutela animali della Polizia Locale è più volte intervenuto non solo per casi di assenza di microchip o di conduzione senza guinzaglio degli animali da compagnia ma anche per reati da codice penale quali: maltrattamento, abbandono, furto, uccisione, condizione di detenzione incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze." Parole molto gravi che fotografano una situazione di vero inferno per una parte che speriamo sia minoritaria degli animali presenti nelle case popolari del comune di Milano (ed immaginiamo anche delle ALER di proprietà della regione Lombardia) e ci aspettiamo un chiarimento pubblico con i dati alla mano a supporto di queste gravissime affermazioni. "Quanto scritto in premessa a questo che è un documento ufficiale votato e quindi fatto proprio dal consiglio comunale di Milano è molto grave- ci dice il presidente di AIDAA Lorenzo Croce- in questo documento si denunciano casi di tortura e uccisioni di animali, per questo non possiamo fare altro che inviare il documento alla procura per chiedere che vi sia una verifica puntuale di quanto denunciato in questo ordine del giorno, e per sapere se chi di dovere ha fatto i passi necessari per denunciare i fatti di cui si parla e di cui presumo siano a conoscenza diretta i singoli firmatari del testo".