giovedì 12 settembre 2019

I CANI DEL DOPO 11 SETTEMBRE. QUEGLI EROI DIMENTICATI

Fedeli. Instancabili. Con pochissime pretese. I muscoli forti, gli occhi dolci, il naso umido. Eroi sconosciuti. Ma indimenticabili. I cani utilizzati nell’ecatombe dell’11 settembre nel crollo delle Torri Gemelle sono ormai tutti morti. Pochissimi di vecchiaia, quasi tutti di tumore e malattie polmonari dovute ai gas velenosi respirati in quei terribili giorni di super-lavoro e super-stress dentro quel gran braciere ardente di Ground Zero.  Non ebbero né aumenti di stipendio né medaglie al valore, solo ciotole di cibo e carezze.  Di loro, copiando il primo verso della Spigolatrice di Sapri, si potrebbe scrivere: “Eran trecento, eran giovani e forti e sono morti”.
Pastori tedeschi, Rottweiler, Doberman, Labrador, Golden Retriever o meticci senza pedigree, lavorarono indefessamente per giorni inalando nel loro avido nasone: amianto, piombo, mercurio, cloro, polvere di cemento, nella ricerca di sopravvissuti quasi mai trovati e ammalandosi anni prima dei loro compagni vigili del fuoco, agenti, volontari.