Non si placa lo sdegno nei confronti dell’ignoto cacciatore responsabile dell’uccisione di una femmina adulta di capriolo, avvenuta probabilmente nel pomeriggio di lunedì scorso sulle fascia collinare di Sarego. L’abbattimento di un esemplare di questo tipo, di per sè, rappresenta una grave trasgressione delle legge venatorie, in quanto le mamme in questa stagione svezzano i cuccioli nati nei mesi recenti e quindi ne è bandita la caccia selettiva. Ma a rendere ancora più grave l’episodio la constatazione che l’animale sia stato colpito da una fucilata andata a segno a distanza di pochi metri da un’abitazione, e per di più utilizzando dei pallettoni proibiti.
Tre gravissime infrazioni che si sommano alla sorte del capriolo e anche dei probabili cuccioli privati della mamma, che rischiano di non sopravvivere in mancanza del loro unico punto di riferimento nella vita tra i boschi e le colline. “Si presume che l’esemplare ucciso di femmina adulta avesse dei piccoli – spiega Claudio Meggiolaro, comandante del corpo di polizia provinciale di Vicenza -, che a pochi mesi di vita succhiano ancora dalle mammelle per alimentarsi. Potrebbero farcela a trovare autonomamente in natura il sostentamento di cui hanno bisogno, ma in ogni caso mancando la loro guida sono più soggetti a forte stress, disorientati e quindi in pericolo”.