Pozzoveggiani - Padova (4 dicembre 2018) - Dopo la denuncia delle scorse settimane di un cittadino di Padova residente nella zona di Pozzoviggiani che ha denunciato di sentirsi in pericolo per se e per la sua famiglia (composta da mamma, papà e tre bimbi in tenerissima età) in quanto i cacciatori in diverse occasioni hanno esploso spari a pochi passi dal casa sua (per la legge si spara solo a una distanza minima di 100 metri dalle abitazioni e dai giardini delle stesse), ora al telefono amico anti caccia di AIDAA (Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente) è arrivata un'altra e ben peggiore segnalazione da un cittadino residente nella stessa zona che non solo è sottoposto al fuoco dei cacciatori che non rispettano le regole, (sono arrivati a sparare a trenta metri da casa sua). L'uomo Mario S. anni ha anche sporto denuncia e segnalato la cosa agli uffici preposti ed alle forze dell'ordine. Ma lasciamo proprio alle parole del signor Mario la ricostruzione di quanto accaduto lo scorso 17 ottobre: "Nel
primo pomeriggio dello scorso mercoledì 17 ottobre sentivo uno sparo
così forte da sembrare originato dentro casa nostra. Abitando da 24
anni in una zona periferica abbastanza frequentata dai cacciatori
(ogni tanto ci capita di sentire distintamente dei pallini cadere a
ventaglio sul nostro tetto, ed una volta abbiamo anche raccolto
un volatile impallinato in terrazzo), noi qui siamo abituati
agli spari, eppure non ne avevo ancora mai sentito uno tanto
forte. Mi sono affacciato alla finestra e poco più in là della
nostra siepe ho scorto tre cacciatori con dei cani, e pochi secondi
dopo, uno dei tre che raccoglieva una femmina di fagiano da
terra. Nitidamente, perché erano forse a meno di 30 metri da me.
Sono corso fuori e ho chiesto loro se vedevano da che distanza
avessero tirato. I tre hanno ovviamente negato, voltato le spalle e
cominciato a camminare in direzione opposta a quella da cui erano
venuti. Io li ho incalzati, ma l'unica risposta ottenuta è stata -
traducendo elegantemente - di lasciarli in pace. Ho allora chiesto il
loro nome per una verifica di chi avesse ragione, anche qui
senza fortuna, anzi hanno chiesto loro a me chi fossi io!
Richiesta alla quale ho comunque risposto col mio nome ed
indirizzo, non avendo io nulla da nascondere, contariamente a loro;
ed uno dei tre forse a respingere questa mia affermazione si
lasciava andare a dire che anche
loro abitavano lì;
ma nulla di più. Dato che i signori proseguivano senza più
fermarsi né rispondermi, ho pensato di fotografarli in viso, e
mentre lo facevo, uno dei tre mi strappava con forza la macchinetta
fotografica di mano. Ne ho ovviamente reclamato la restituzione, ma
il personaggio ha continuato imperturbabile ad allontanarsi. Ho
seguito i tre ancora per qualche minuto, finché - visto inutile
ogni tentativo - rientravo in casa." Da qui la decisione di chiamare il telefono amico di AIDAA e di chiedere un ulteriore intervento del telefono anti caccia di AIDAA che ha deciso di sporgere a sua volta denuncia su quanto accaduto.