AVEZZANO - Orsi, cervi, lupi, rapaci e altri animali protetti, a prescindere dal loro valore intrinseco e incommensurabile di esseri viventi, rappresentano per l'Abruzzo un potente attrattore turistico per i Parchi abruzzesi.
Peccato però che su di essi grava la minaccia delle esche avvelenate, disseminate da mano ignote e criminali, che negli ultimi anni hanno mietuto vittime, con 14 carcasse trovate di animali avvelenati. I colpevoli vanno cercati principalmente, assicurano gli esperti, tra gli allevatori, i cercatori di tartufi e i cacciatori. Mele marce in categorie, è ovvio sottolineare, composte nella stragrande maggioranza da persone oneste e rispettose dell'ambiente. Mele marce che però quasi mai vengono scoperte e perseguite penalmente, anche perché giacciono in qualche cassetto del Parlamento progetti di legge che intendono rendere tracciabile l'acquisto, previa ricetta dell'agronomo, di antiparassitari, diserbanti, rodenticidi e altre sostanze velenose impiegate in agricoltura, che poi vengono utilizzate anche per confezionare le mortifere esche. Passo in avanti in Abruzzo si è avuto con i progetti europei Life sul tema, e con l'approvazione della legge 35 del 2017, "Norme sul divieto di utilizzo e detenzione di esche avvelenate", che stabilisce il chi fa cosa in caso di rinvenimento di animali avvelenati e di esche.
leggi tutto (tratto da ABRUZZO WEB)