martedì 10 luglio 2018

GATTO IMPICCATO IN UN CAPPIO DA BRACCONIERI

Lo hanno trovato già morto, lacerato alla vita da un cappio da bracconaggio che non gli ha lasciato scampo: da almeno un paio di giorni un gatto randagio era finito nella trappola, piazzata nelle vicinanze dell’ospedale “Briolini” di Gazzaniga, che lo ha ucciso dopo atroci sofferenze. 
Ad allertare l’Enpa, nel pomeriggio di giovedì 5 luglio, era stata proprio la direzione sanitaria del presidio che fa capo all’Azienda socio sanitaria territoriale Bergamo Est che aveva notato l’animale sofferente e con ferite evidenti e abbastanza estese su tutto il corpo: i primi ad arrivare sul posto, per via della vicinanza fisica, erano stati alcuni membri dello staff del Canile di Colzate che avevano provato a catturare il gatto per sottoporlo alle cure necessarie.
L’animale, spaventato, aveva però trovato rifugio in un anfratto irraggiungibile, rendendo impossibile il suo recupero fino alla giornata di sabato quando il gatto, ormai stremato, aveva lasciato il riparo e si era lasciato morire: è stato in quel momento che i volontari hanno notato attorno alla vita un cappio d’acciaio, solitamente utilizzato dai bracconieri, che nella maggior parte dei casi non lascia alcuna possibilità di fuga.

Uno strumento letale, piazzato col solo intento di fare del male, che funziona come una sorta di nodo scorsoio: quando l’animale si sente intrappolato inizia a tirare per liberarsi dalla morsa, ottenendo però solo un maggior restringimento (nella foto, d’archivio, alcuni possibili danni causati da strumenti simili ndr).

Il gatto è stato trovato in condizioni pessime, con lacerazioni profonde e all’interno delle quali si era già sviluppata un’infezione: del caso si stanno occupando i Carabinieri Forestali di Colzate, ai quali è stata presentata regolare denuncia. A loro il compito delle indagini, per capire se il fatto sia riconducibile ad altri simili segnalati in quella zona della Val Seriana.