venerdì 21 aprile 2017

TAP. TORNA LA PROTESTA 300 IN STRADA


Tornano le barricate nell'area del cantiere Tap, a Melendugno: dopo il verdetto del Tar Lazio che ieri ha dato il via libera all'azienda per riprendere le operazioni di espianto degli ulivi nella zona dove arriverà il gasdotto, respingendo così il ricorso della Regione Puglia, gli attivisti 'No Tap' sono nuovamente sul piede di guerra. In circa 300 sono presenti sul posto e nella notte hanno eretto ancora delle barricate.
Due settimane fa, la prima decisione del Tar del Lazio aveva fatto gridare vittoria agli attivisti anti-Tap, protagonisti delle proteste in Puglia. Ieri è arrivata quella che sembra una marcia indietro in un tira-e-molla, ma in realtà è la normale dinamica della giustizia amministrativa: il Tar ha bocciato il ricorso della Regione Puglia e l'espianto di 211 ulivi per i lavori per il gasdotto può ripartire. Ma la battaglia non è finita. "Andremo avanti in tutte le sedi, a partire dalla Corte Costituzionale dove pende il giudizio sulla partecipazione della Regione Puglia all'iter decisionale", annuncia il governatore Michele Emiliano, impegnato nelle primarie Pd. "E' ingiusto che la Tap approdi in una delle spiagge più belle d'Europa e che si debbano costruire chilometri di gasdotto sotto il maggiore giardino di ulivi d'Italia".
Il 6 aprile il presidente della terza sezione del Tar Lazio, Gabriella De Michele, dovendo dare una risposta d'urgenza alle istanze della Regione, aveva emesso un decreto e sospeso gli atti del ministero dell'Ambiente che autorizzavano l'espianto di ulivi. Ma era un atto temporaneo e cautelare, in attesa di riesaminare l'intera questione nel merito in una seduta collegiale dei giudici. Ieri, infatti, c'è stata la camera di consiglio che ha deciso di respingere il ricorso. Una decisione in linea con la sentenza del Consiglio di Stato del 27 marzo. A ricordarlo è l'amministrativista Gianluigi Pellegrino, che da salentino conosce bene le zone d'approdo della pipeline al centro della contesa. "Il Consiglio di Stato - afferma - aveva già validato l'opera evidenziando come il tracciato del gasdotto sia frutto del vaglio di ben 12 soluzioni, tra cui è stata scelta quella preferibile. La salvaguardia degli olivi è garantita", sintetizza il giurista. Le ragioni per cui il Tar ha rigettato il ricorso sono contenute in una sentenza articolata, redatta dal giudice Daniele Dongiovanni, ma si possono ridurre a due. La prima è che la Tap è un'opera "dichiarata infrastruttura strategica, di preminente interesse per lo Stato" e come tale la titolarità del controllo sul rispetto del decreto sulla Valutazione di impatto ambientale ricade sul Ministero dell'Ambiente. La seconda, strettamente connessa con la prima, è che sebbene la Regione Puglia sia indicata nello stesso decreto "come Ente vigilante, non può escludersi che il Ministero rimanga titolare di una facoltà di controllo". Il ministero, tra l'altro, ha spiegato che il numero di ulivi rimasti da espiantare e spostare è ormai limitatissimo. Anche due dipartimenti regionali, sottolinea inoltre la sentenza, avevano dato il via libera all'espianto e le ulteriori osservazioni del Dipartimento Ecologia "non hanno posto nel nulla" quelle autorizzazioni.