martedì 21 febbraio 2017

PIANO LUPO. NESSUN RISCHIO PERRERAS IN ITALIA

Dopodomani la conferenza stato regioni dovrebbe tornare a discutere del piano di salvaguardia del lupo senza che il ministro Galletti abbia fatto un solo passo indietro e quindi appare evidente che se le regioni confermeranno la loro contrarietà si dovrà prendere atto dell'impasse e muovesi di conseguenza per modificare il piano nel senso di escludere la possibilità di cacciare i lupi nel territorio del nostro paese nonostante le proteste degli allevatori che sostengono senza alcun riscontro serio che i lupi causano delle vere e proprie stragi nelle loro greggi, e ancora peggio nonostante le rimostranze dei cacciatori che pagherebbero oro per poter imbracciare il fucile per sparare a una preda cosi ambita. Al momento le loro speranze paiono destinate, per fortuna ad essere frustrate dalla resistenza messa in campo dalle regioni. E quindi se vi sono delle possibilità di salvare i lupi dalla mattanza allo stesso tempo occorre fare chiarezza su quelle che sono le dinamiche sulla possibile caccia di selezione dei cani selvatici, inselvatichiti o randagi. Il documento parla chiaramente di richiesta di modificare le legge 281/91 in senso di introdurre le regole della caccia di selezione anche per i cani randagi, che potrebbero, secondo le indicazioni contenute nella vecchia versione del piano lupi anch'essi presi a fucilate dai cacciatori. Ma se questo è nelle intenzioni delle persone che hanno steso il piano, ben diversa è la realtà: infatti ad oggi NON ESISTE ALCUN RISCHIO che in Italia possa accadere quello che accade ad esempio in Spagna dove i cani vengono uccisi in Perreras. Infatti nonostante la gravità di quanto sostenuto nel piano nel suo complesso al momento i rischi di applicazione delle richieste per i cani randagi sono e rimangono sulla carta in quanto l'iter è molto complesso e ad oggi nessuno pare intenzionato a mettersi a discutere di questa vicenda in parlamento vista anche la situazione politica attuale. "Contestualizziamo quelle che sono le reali situazioni- ci dice Lorenzo Croce presidente di AIDAA- da una parte abbiamo il problema che questi vogliono sparare a qualche centinaio di lupi per fare piacere agli amici degli  amici siano essi cacciatori o allevatori poco importa. Dall'altra parte- continua Croce- abbiamo chi invece usa questa vicenda per spargere notizie inesatte, cavalcare l'onda della indignazione è giusto ma dire che siamo alla vigilia di una strage è molto ma molto scorretto, oggi in Italia i cani randagi vengono soppressi gia a migliaia dai bocconi avvelenati e da pazzi furiosi che li torturano ed uccidono, concentriamoci su queste situazioni- conclude Croce- senza creare ulteriori inutili e dannosi allarmismi".