sabato 27 agosto 2016

TERREMOTO. UN GRAZIE AI CANI DA SOCCORSO

ricevo dalla giornalista ed amica ELENA GAIARDONI E CON GRANDE PIACERE PUBBLICO QUESTO PENSIERO D'AMORE PER I CANI CHE IN QUESTI GIORNI SONO IMPEGNATI NEL SOCCORSO DEI TERREMOTATI E NELLA RICERCA DEI SOPRAVVISSUTI.
UN CANE MOLECOLARE


Meravigliosi cani, indistruttibile vita. Siamo riusciti a non vedere pietre, polvere e cenere come un plotone di esecuzione della natura, siamo riusciti a non sentire la vita sterile, ma sempre feconda anche quando la pancia della terra, forse troppo lacerata da tante nostre omissioni, cerca di abortirci. La natura eravate voi, zampe veloci, fiuto d'amore di cui sentivamo il profumo, occhi attenti, senza sonno, senza rancore, senza disperazione, solo fonte di vita, che cercava la vita là dove nessuno di noi avrebbe potuto trovarla. Meravigliosi cani rabdomanti di sete di esistere. Non c'era un foto di Amatrice o di Accumuli che parlava di deserto come disillusione, perché sul colore del vostro pelo, rosso, bruno, chiaro, miele, cavalcava con i capelli al vento l'indomabile speranza. E la polvere, allora, non era bianca come i fantasmi, ma candida come la neve, le pietre non grigie come un sudario, ma d'argento come specchi d'acqua, per voi trasparenti: nelle loro profondità non c'era buio ma limpidezza, meravigliosi cani, per voi le macerie erano cristalline come una fonte. Bambini, quanti bambini avete sentito là, in fondo, e mentre tutti parlavano della tristezza del disastro, perché guardavano con i pallidi occhi di esseri umani, forti, persino strafottenti nella fortuna ma troppo deboli nella disgrazia, voi invece guadavate con gli occhi dell'anima, animali, ovvero anima della natura acuta, vigile, intenta a salvare, sempre, perché l'anima mundi, la particola pura e intonsa del cibo di vita, non vede mai la morte, accoglie solo e unicamente la scintilla, anche sommersa, della vita. Con voi c'erano prati, giochi, suoni, vissuti durante la bellezza dei giorni perfetti, ma erano anche là, in quei giorni imperfetti, perché voi prati, terra, acqua, fuoco, tutti gli elementi di luce di cui la vita risplende, lì tra le pietre avete portato in ogni attimo per giorni e giorni. Vigili del fuoco si chiamano gli uomini che hanno preso indefessamente la mano nella mano, che hanno affondato le loro braccia nel buio come ami d'oro a cui i sepolti potevano aggrapparsi per ritornare alla bellezza dell'aria. Fuoco Vigile, invece, eravate voi, meravigliosi cani, semplici creature che punteggiavate il silenzio nel vostro silenzio: il tacito respiro animale, il linguaggio più animato della vita. A voi dunque il nostro GRAZIE, perché non avete mai mollato l'osso, non avete mai ritirato la zampa, non avete mai smesso di mostrare a tutti che cosa sia la fede, la fede: è l'istinto alla vita che inizia da Dio agli animali, direttamente, e poi passa all'uomo. E l'uomo, quando ritorna a questo istinto, pur in mezzo alle macerie, si sente ancora pianta nell'Eden, e se piange per il dolore, voi leccate quelle lacrime senza temere di essere toccati dall'ultima mano di questa grandiosa e terribile, tenera e peccabile Creazione. Grazie 
elena gaiardoni

la giornalista e scrittrice ELENA GAIARDONI