comunicato dei portavoce del comitato olmi mac mahon
A causa del maltempo l'altro ieri sera sono cadute oltre 40 alberi nella sola città di Milano, ma guarda caso l'attenzione dei media si accentra anche questa volta sui due olmi caduti in Via Mac Mahon, ma questo ci permette di ribadire ancora una volta a nome del comitato dei cittadini che se ci avessero ascoltato fino in fondo forse anche in questa occasione non sarebbe caduto nessun albero come non lo era stato nel corso dei precedenti sessantanni. In quanto noi da subito abbiamo detto che:
il taglio delle radici doveva essere evitato o ridotto al minimo sollevando maggiormente la sede tranviaria, per non indebolire le piante.
- che le prove di trazione erano molto incerte ed aleatorie perché fondate su una metodica non certificata dal comune ma semplicemente offerta dall’impresa appaltatrice.
- questi rilievi erano esattamente contenuti nel ricorso che però il consiglio di stato non accolse
Quindi se ci avessero ascoltati da subito tutto questo non sarebbe ragionevolmente successo.
per il comitato civico olmi mac mahon
arch. prof. Giuseppe Boatti
Lorenzo Croce
il commento del presidente AIDAA: "Appare evidente che in un giorno in cui sono caduti oltre 40 alberi a Milano concentrarsi sui 2 olmi di Mac mahon è pura malafede, anche perchè a differenza di quanto scrive un quotidiano milanese il comune le prove di verifica sugli olmi le ha gia fatte nei giorni scorsi e sono 4 gli alberi che secondo queste nuove verifiche vorrebbe tagliare, lunedi - ci dice Lorenzo Croce presidente AIDAA- presenteremo un esposto alla procura, perchè sulla gestione delle prime prove di trazione cosi come su alcune scelte fatte dalla giunta Pisapia e condivise dall'allora presidente della commissione ambiente della zona 8 Enrico Fedrighini ci sono diverse cose che non sono mai state chiarite e che crediamo sia compito della magistratura chiarire per capire se vi sono stati degli interessi privati come noi crediamo dietro scelte che hanno poi portato alla situazione attuale, si sa- conclude Croce- il verde è un business e la sua gestione è sicuramente appetibile per molti e il sistema che si usa in questi casi non è quello delle mazzette ma della gestione parcellizzata e forse malamente condivisa da molti del territorio compreso quello di Milano"