(ANSA) - PALERMO, 3 MAG - Un sistema corruttivo negli uffici del Demanio marittimo dell'assessorato regionale al Territorio per assicurare il controllo e la gestione imprenditoriale, in regime quasi monopolistico, di uno dei tratti più belli e suggestivi della costa siciliana, a Cefalù, in cambio di favori e prebende. Quattro le persone arrestate dalla polizia di Stato nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Termini Imerese, denominata "spiagge libere". Ai domiciliari il dirigente dell'assessorato Antonino Di Franco, architetto, e un noto imprenditore cefaludese del settore turistico alberghiero, Giovanni Cimino. Applicata la misura del divieto di dimora nella provincia di Palermo e nel comune di Cefalù al funzionario istruttore dell'assessorato che curava e istruiva tutte le pratiche riguardanti lidi e stabilimenti balneari del litorale, Salvatore Labruzzo, e al presidente dell'associazione 'Operatori Balneari di Cefalù', nonché braccio destro di Cimino, Bartolomeo Vitale. Per tutti l'accusa è corruzione propria aggravata. ERANO GLI STESSI CHE VIETAVANO L'INGRESSO DEI CANI IN SPIAGGIA