Milano (31 marzo 2016) - "Le motivazioni della procura per archiviare ladenuncia di AIDAA contro Carlo Cracco non c'entrano niente rispetto all'oggetto stesso della denuncia con la quale accusavamo ed accusiamo lo chef Cracco di aver cucinato in diretta televisiva un piccione violando la normativa che tutela la fauna selvatica. Infatti nell'atto di archiviazione si fa riferimento all'articolo 21 della legge 157/92 lettera bb che secondo la procura esclude espressamente questo tipo di volatile peccato che l'articolo in questione richiamato nel documento (vedi allegato) trasmesso della procura dica tutta un altra cosa. Recita infatti questo articolo :"è fatto divieto di vendere , detenere per vendere,acquistare uccelli vivi o morti nonchè loro parti o prodotti derivati facilmente riconoscibili, appartenenti alla fauna selvatica, che non appartengono alle seguenti specie: germano reale, pernice rossa, pernice di Sardegna,starna, fagiano e colombaccio. "Se vogliamo stare a guardare quanto scritto nel documento- ci dice Lorenzo CROCE presidente di AIDAA- le motivazioni della procura dicono proprio il contrario di quanto loro sostengono, infatti il piccione non rientra tra i volatili secondo cui in base all'articolo in questione è prevista la vendita. Ma non solo- rincara Croce- questa è la dimostrazione che la nostra denuncia non è stata assolutamente approfondita in quanto il paragrafo successivo dice si che si possono commerciare gli esemplari vivi di avifauna selvatica nazionale proveniente da allevamento, ma da nessuna parte sostiene che questi esemplari possano essere uccisi o cucinati. Quindi- conclude Croce- anche se si fosse trattato di un errore tecnico, questo dimostrerebbe la leggerezza con cui il pm di cui tra l'altro non ci comunicano il nome ha seguito questa denuncia pertanto chiediamo che si riapra la pratica e almeno si accerti il tipo di piccione cucinato dallo chef, e che si decida in base a normative compatibili e non su basi di fantasia se archiviare o procedere nelle indagini"