Chi ha ucciso la magnolia grandiflora di piazzale Cairoli a Milano? Questa è la domanda che occorre porsi. Uccisa da un virus? Uccisa, perchè qualcuno durante i lavori di realizzazione della pista ciclabile ha tagliato le radici ed ha fatto finta di niente? Un fatto è certo: quella magnolia è stata uccisa. Ad accorgersi della sua morte non sono stati ne l'assessore al verde Chiara Bisconti ne il dottor Acampora responsabile degli agronomi del comune di Milano, ne la signora Grandi presidente della commissione ambiente della zona uno del comune di MILANO. Nessuno di questi tre personaggi che oggi pontificano sul Corriere della Sera nell'articolo firmato da Paola D'amico sapeva niente di questa pianta morta che sorge a meno di cinquanta metri in linea d'aria da Palazzo Marino. Ora vi dico come sono andate le cose, anche perchè sono stato io ad accorgermi di questa ennesima pianta morta nel cuore di Milano a due passi dalle magnolie napoleoniche (per la cui salvezza sono state raccolte centinaia di firme) e che il Comune di Milano voleva dapprima estirpare per il passaggio della pista ciclabile e che invece ha poi ha salvato (ammazzando questa grandiflora). La triste scoperta l'ho fatta (e fotografata) oltre tre settimane fà quando passando per caso da Largo Cairoli ho notato questa grande pianta completamente secca. L'ho fotografata e ho avvisato immediatamente la responsabile del settore ambiente della nostra associazione Salvina Inzana che a sua volta ha scritto al dottor Acampora che gli ha risposto di NON SAPERNE NIENTE. Nello stesso momento che ho avvisato la Salvina Inzana nel bar-ristorante di via Marino io ed un altra persona abbiamo incontrato dapprima il consigliere di Forza Italia Pietro Tatarella che mi è testimone del fatto che gli ho fatto vedere le foto della magnolia morta, subito dopo ho individuato nello stesso ristorante a tavola l'assessore Bisconti che non ho esitato a disturbare spiegando che una delle magnolie "quella più alta" era completamente secca, forse morta, forse avvelenata, forse a causa di un virus; in quel preciso momento ho chiesto all'assessore Chiara Bisconti di fare le indagini del caso. E lei stessa mi ha ringraziato. La nostra Inzana ha poi rilanciato la notizia oggi ripresa dal corriere della sera presso i canali civici ed in particolare con il canale PartecipaMI. Questo lo preciso non per prendermi dei meriti che francamente non avrei voluto avere, (se la pianta fosse ancora viva sarebbe gran meglio) ma per denunciare l'ipocrisia di chi (giornalista in testa) sapevano come sono andate le cose da quasi un mese e che solo oggi come se avessero scoperto l'acqua calda raccontano di prelevamenti di terreno, analisi, preoccupazioni e altre iniziative del genere. Abbiano questi signori e queste signore il pudore di stare almeno zitti e di battersi il petto vergognandosi di fare finta di scandalizzarsi un mese dopo che la pianta è morta, dichiarando altresi di essersi mossi per tempo. Un paio di palle. Bisconti era bella felice a tavola e manco sapeva della magnolia morta, la Grandi fino a pochi giorni fa manco sapeva se era o meno morta (ho preso visioni delle mail da lei inviate alla nostra vice presidenza dove la presidente della commissione ambiented della zona uno afferma testualmente di non sapere se la pianta era morta o meno) e un velo pietoso di vergogna dobbiamo stendere anche sul signor Agronomo Acampora che DEL FATTO CHE LA MAGNOLIA DI LARGO CAIROLI ancora alcuni giorni dopo la nostra segnalazione ci rispondeva dicendo di NON SAPERE NULLA. E come sono andate le cose veramente lo sa anche chi ha firmato quell'articolo vergognoso dove si sostiene tra le altre cose a grande voce, che la magnolia in questione non era tra quelle da salvare, e, pur sapendo che l'ipotesi dell'avvelenamento era una di quelle ipotesi fatte a caldo la signora giornalista sparge le sue parole come quasi a far passare per matto chi aveva sostenuto la possibilità del rischio avvelenamento insieme a tutte le altre. Sciocco servilismo del potere!!! La verità è ben lontana da quella ricostruita oggi dal corriere della sera e dalla signora D'amico. Lontana anni luce da quanto accaduto davvero. Quello che ci fa paura è il tentativo di mistificazione messo in atto da questi signori, tutti e quattro ciascuno con le sue colpe specifiche, con le sue omissioni e complicità. A noi che la Grandi sia preoccupata, la Bisconti dispiaciuta e gli altri blaterino non ce ne fotte una cippa. La paura che ho, che abbiamo, è che si insabbi ancora una volta tutto, che si faccia finta di non sapere prima, ci si scandalizzi dopo e alla fine si trovi una situazione di copertura per giustificare l'assassinio di una pianta. Perchè di assassinio si tratta! Faremo come AIDAA gli accessi agli atti non vi daremo tregua, come non ve diamo QUOTIDIANAMENTE per ogni altro albero che uccidete a Milano. Non vi daremo tregua, non ci acconteremo delle vostre indignazioni finte e delle vostre bugie piccole o grandi che siano dette allo scopo di coprire la incompetenza di alcuni e la insensibilità di altri. Vogliamo sapere come è morta la magnolia e perchè gli uffici preposti non se accorti prima che ad accorgersia sia stato un semplice cittadino, quale sono io, che passando da piazza Cairoli l'ha vista morta e l'ha suo malgrado fotografata.
Lorenzo Croce