lunedì 17 novembre 2014

TIGLI DI COLOGNO: COMPLETAMENTE RASI AL SUOLO

LA DONNA DEL COMITATO... LACRIME DI COCCODRILLO?

Ne avevamo parlato nei mesi scorsi, e nelle scorse settimane, ci siamo battuti fino a quando la donna che presiedeva il comitato ci ha permesso di farlo per salvare i tigli di Cologno Monzese, abbiamo lottato con tutte le carte a nostra disposizione e con le nostre forze. Quando finalmente si intravedeva una luce, la questione della salvezza dei tigli è diventata una questione politica, ci hanno estromesso per lasciare spazio ai movimenti politici, ai personaggi con un passato a volte non sempre limpido nella battaglia di tutela dei tigli. Ci hanno tagliato fuori e la donna che gestiva il comitato ha volutamente ritardato con dolo che in tempo di guerra si chiamerebbe sabotaggio e prevederebbe la fucilazione di schiena tutti gli atti che potevano salvare i tigli, ritardando tutto, annunciando di non voler fare i ricorsi, anzi dicendo a me che per primo mi ero battuto per quei tigli personalmente firmando denunce penali e mettendomi a rischio di controquerele da parte degli amministratori di Cologno che le firme raccolte durante la manifestazione di fine maggio che quelle firme erano un proforma e che mai si sarebbe dovuto fare il ricorso al Tar in quanto c'erano di mezzo altre questioni (poi scoperte essere mere questioni personali e di parentela con chi lavorava negli uffici comunali e che quindi poteva essere a rischio del posto di lavoro). Una storia di ricatti e controricatti, di finte lacrime e di finte invettive contro l'amministrazione comunale. Ci sono stati i convegni, le grandi parate e le grandi prese di posizioni. tutte vane. La guerra la donna che gestiva il comitato aveva gia deciso che non andava combattuta per davvero. E poi che volevano tutti, quella era la sua guerra, lei doveva vincerla, e solo lei, ben sapendo che invece l'avrebbe persa. Abbiamo messo a disposizione come AIDAA, archietetti che si sono sbattuti andando piu volte a seguire la siturazione, urbanisti, e tutto quanto potevamo fare è stato fatto. Siamo stati boicittati da chi non aveva alcun interesse a salvare quegli alberi ma quegli alberi gli servivano per farsi conoscere o per rifarsi una verginità ambientale dopo i danni compiuti in altre zone della nostra Italia. Abbiamo finito di lottare quando abbiamo visto che questa gentaccia, perchè non merita altro appellattivo, fregandosene degli alberi, di altri componenti del comitato che ci credevano davvero hanno preferito usare gli alberi per i loro sporchi e vigliacchi giochi. Non ci meraviglieremo di trovare qualcuno di questi sfigati nelle prossime liste elettorali, magari candidato sindaco di forze politiche emergenti, non lo so, non so come andràa a finire l'unica cosa certa è che purtroppo hanno vinto loro, gli sfigati, le donne sole al comando di una nave destinata al naufragio fin dal primo giorno, i generali senza truppe che hanno combattuto per i tigli con la stessa forza con cui hanno combattuto i generali di Franceschiello per il regno delle due Sicilie.