VITERBO - Gatti morti messi dentro scatole di cartone e abbandonati al cimitero viterbese di San Lazzaro. Strage insensata? Messe nere? Si riaccende un caso su cui i giornali locali sono tornati anche nei mesi scorsi.
A settembre anche un’associazione animalista aveva denunciato l’anomala scomparsa nel Viterbese di questi piccoli animali. Torniamo ai fatti recenti. Un paio di giorni fa una signora ha fatto la macabra scoperta. All’ingresso del camposanto vede una scatola marrone, con sopra una frase strana: ''Mi chiamo Natascia e sono una splendida gattina''. La apre e trova il corpo di un felino. Rimane di gesso e condivide su un noto gruppo facebook cittadino il tutto. Si scatenano i commenti e si aggiungono altre notizie.
Un altro commento invita a riflettere: ''A me l’hanno lasciata una dentro la cappella di famiglia. Un odore nauseabondo''. Ma chi è l’autore di questi gesti? Sono frutto di un delirio individuale o c’è dietro una precisa regia?
L’associazione per la difesa di ambiente e animali Aidaa, in data 28 settembre, ha inviato un comunicato dove afferma: ''Viterbo è una delle province italiane con il più alto numero di gatti neri spariti''. Il gatto ritrovato nella scatola non è di colore nero, ma nello scorso mese di marzo la questione della sparizione e rinvenimento di cadaveri di gatto al cimitero del capoluogo era stata portata all’attenzione dell’opinione pubblica dai giornali locali.
In poco tempo infatti era stato possibile registrare il dimezzamento della colonia felina presente a San Lazzaro. Sul caso era anche intervenuto il Comune di Viterbo, facendo affiggere cartelli che invitavano al rispetto degli animali. Ma il giallo potrebbe avere risvolti ancora più inquietanti: e se quella scatola con dentro un gatto morto fosse stata messa in un preciso punto del cimitero appositamente per spaventare qualcuno? La frase ''Mi chiamo Natascia e sono una bella gattina'', potrebbe avere un senso in questa direzione.
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