botta e risposta tra la nostra vice presidente Salvina Inzana e due tra i più importanti commentatori del corriere della sera e di repubblica sulla forsizia eradicata in una scuola per far posto a un orticello già abbandonato a se stesso.
IL VIRUS DELL' "ANNUNCITE" HA COLPITO ANCHE LE SCUOLE :
FESTA DEL GIARDINO 1
La lettera
Addio alla vecchia forsizia sacrificata all’orticello
di Isabella Bossi Fedrigotti
Salvina Inzana scrive:
Gentille signora Isabella Bossi Fedrigotti,
verso la fine dell’anno scolastico è stato realizzato, nel giardino della scuola dove insegno, il progetto del Comune «La festa del giardino»: un professore della facoltà di Agraria assieme ad alcuni studenti della scuola Pareto di Milano sono venuti a piantare ortaggi e piantine aromatiche.
La finalità era quella di incentivare il rispetto per il verde da parte del bambini. Purtroppo quando ho visto il risultato ci sono rimasta male, non per quello che avevano messo ma per ciò che avevano tolto, cioè una bellissima forsizia, l’unica presente, situata nel giardino da più di trentacinque anni a circa tre metri dalla nuova piccola aiuola di erbe romantiche. Dato che sia la dirigente sia il Comune si sono dichiarati estranei a questa iniziativa ho contattato il sopraddetto docente il quale, in modo piuttosto spazientito, ha ammesso di essere stata lui a farla togliere, per una questione estetica e per mettere in evidenza la nuova aiuola.
Così ora la scuola si ritrova con delle piantine bisognose di molta acqua e cure e che non supereranno, probabilmente, l’estate mentre la forsizia era perenne, robusta e completamente autonoma.
Era la prima, da quasi quattro decenni e ogni anno più bella, ad annunciare la primavera con i suoi bei fiori gialli. Credo pertanto che sia stato trasmesso un messaggio di non rispetto del verde, smentendo la finalità del progetto.
Isabella Bossi Fedigrotti risponde : Che dirle? Che oltre le cattive intenzioni bisogna temere grandemente anche quelle buone, spesso foriere di imprevedibili conseguenze nefaste, come nel caso della vostra bella forsizia mandata a morire «per mettere in evidenza» la nuova aiuola. Insomma, alla povera vecchietta è stata fatta attraversare la strada con tanta violenza che si è rotta un braccio: ora sta dall’altra parte della via, dove forse voleva arrivare, però probabilmente rimpiange amaramente di non essere rimasta dov’era.
Vedo le fotografie che lei allega e posso soltanto confermare che la forsizia era davvero notevole, mentre per le nuove fragili essenze, piantate giusto alla fine dell’anno scolastico, sia pure in bella evidenza, c’è, in effetti, da temere che non riescano a sopravvivere fino a settembre, quando gli alunni potranno tornare a prendersene cura.
28 giugno 2014 ibossi@corriere.it
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FESTA DEL GIARDINO 2 (Come volevasi dimostrare):
Archivio la Repubblica.it
Il giardino perduto della scuola e il professorone
Salvina Inzana scrive:
Gentile Kola, l'estate se n'è andata e, insieme ad essa, anche il per noi famoso l'orto-giardino, che venne sistemato a scuola alla fine dell'anno scolastico e del quale le ho scritto a suo tempo. Il risultato? Come le avevo annunciato, le piogge abbondanti hanno favorito l'erba che, cresciuta abbondante, ha coperto e soffocato le piantine aromatiche, mentre le essenze in vaso, nonostante le abbondanti precipitazioni, sono seccate lo stesso. Dei giardinetti ordinati e perfettamente simmetrici non è rimasto nulla. La mimosa — a proposito: nel ridicolo tentativo di giustificare la rimozione della forsizia in quanto «morta», dal Comune di Milano mi è arrivata una foto della forsizia completamente spoglia. Per forza! Era stata scattata in inverno! Ma ad ogni primavera ritornava verde e fiorita come natura comanda — invece l'avremmo ritrovata. La ritrovavamo ogni anno da più di 30 anni. Forse sarebbe il caso di inserire una nuova materia: l'"antiannuncite", in modo da evitarne le conseguenze non solo spiacevoli ma anche diseducative quando vengono coinvolte le scuole .
Piero Colaprico risponde: Cari lettori, nella scuola della signora era arrivato un professorone, per allestire un nuovo fantasmagorico giardino al posto del vecchio fatto da madre natura: ma il risultato è questo descritto.
Scusate se divago, ma non vi pare una metafora del tempo d'oggi? Che sia la forsizia, che sia il vecchio impiegato esodato rottamato che però sapeva tutto.
Che sia la mimosa, che sia il vecchio giornalista con le scarpe consumate, mentre adesso c'è chi sostiene che su Internet esiste ogni risposta. Viene in mente un verso cantato da De André: «Dormi sepolto in un campo di grano, non è la rosa non è il tulipano che ti fan veglia all'ombra dei fossi, ma sono mille papaveri rossi».
I papaveri, nel mondo popolare, sono sempre stati «quel tipo» di funzionario abbastanza decorativo, ma all'atto pratico inefficiente. Come parecchi alti papaveri dell'industria e della politica. E la domanda è: se siete stati capaci di estirpare la forsizia, che cosa avete piantato? Quali frutti, fiori e profumi state portando? Quale arricchimento c'è?
Noi esseri umani normali vediamo con il cannocchiale pensioni d'oro, vitalizi, buone uscite pazzesche come quella di Luca di Montezemolo: corrette dal punto di vista del libero mercato, scorrette da ogni altro. Una classe dirigente che coltiva soprattutto il suo giardino che classe dirigente è? Il giardino di una scuola può dunque davvero far pensare al giardino di Milano, al giardino dell'Italia. Fa pensare anche a un grande film, «Oltre il giardino»: c'era già tutto (e pensavamo fosse solo satira).
27 settembre 2014 p.colaprico@repubblica.it
Addio alla vecchia forsizia sacrificata all’orticello
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