GIUSEPPE BOSSETTI |
Bergamo (17 giugno 2014) – E’
assolutamente inaccettabile e fuorviante il paragone che molti giornali ed
agenzie stampa in queste ore stanno facendo, accostando la figura di Massimo
Giuseppe BOSSETTI, catturato ieri con l’accusa infamante di essere lo stupratore
e il presunto assassino di Yara Gambirasio alla parola ANIMALISTA. Un assassino
non può essere animalista per definizione. Al massimo Bossetti potrebbe amare i
propri animali, ma l’essere animalista nel senso pieno del termine è in forte
contraddizione con tutte le idee dell’animalismo, idee che vanno dall’amore
della vita in tutte le sue forme arrivando a non accettare di mangiare altri
esseri viventi,fino al ripudio della
caccia in ogni sua forma e alla condanna di ogni forma di violenza sulle creature
di ogni razza e specie e per questo non è possibile che un assassino e
stupratore, anche se innocente fino a prova contraria possa essere definito
animalista, ma semmai l’esatto opposto. “La violenza contro uomini o animali è
ripudiata dal mondo animalista nella sua quasi totalità e comunque ogni vero
animalista è una persona nonviolenta- ci dice Lorenzo Croce presidente di
AIDAA- pertanto l’accostare l’animalismo alla figura del presunto assassino e
stupratore di Yara Gambirasio non solo non è appropriato ma offende milioni di
italiani che ogni giorno si battono per la tutela degli animali e per la vita
in ogni sua forma, chiediamo quindi di rettificare il tiro. Che Bossetti possa
amare i suoi animali è fuori dubbio, anche Hitler amava il suo cane- conclude
Croce- ma l’accostamento tra l’assassino e lo stupratore e l’animalista è
offensivo oltre che assolutamente inappropriato”.