QUASI CENTO I CANI MORTI AVVELENATI IN VAL TROMPIA
Brescia (7 novembre 2013) E' veramente una strage di cui non si riescono a definire i confini quella dell'avvelenamento dei cani in VAL TROMPIA in provincia di Brescia, dove di ora in ora cresce il numero delle carcasse di cani (la maggior parte da caccia) rinvenuti morti nei prati adiacenti la località di Collio che si trova sul confine tra la val Trompia e la Val Sabbia. Stando ad alcuni dati forniti dai residenti sarebbero oramai quasi un centinaio i cani vittime dei bocconi avvelenati, ma si pensa che siano ancora molti i corpi dei cani morti non ancora recuperati, o se recuperati dai proprietari seppelliti senza denunciarne la morte per avvelenamento evitando di fatto di avviare le procedure che prevedono l'autopsia del cane ucciso da bocconi avvelenati, ma anche perchè molti di questi cani non sarebbero stati microchippati e quindi si tratterebbe di fatto di "cani fantasma" ignoti alle anagrafe canine ufficiali, ma non certo ai residenti in paese, visto che a lanciare l'allarme sulla moria di cani è stato proprio il vice sindaco di Collio che due giorni fà ha invitato i suoi concittadini a cui erano morti le decine di cani per avvelenamento a rivolgersi alle autorità competenti. AIDAA ha messo una taglia di 5.000 euro sulla testa dell'avvelenatore o degli avvelenatori,e dalle prime segnalazioni giunte (che necessitano di non facili riscontri) parrebbe che si tratti di una faida tra cacciatori o bracconieri degenerata in una vera e propria strage, anche se da queste parti quello dell'avvelenamento collettivo dei cani non è affatto una novità ma ha diversi precedenti. AIDAA chiede l'intervento della task force del ministero della salute per fare luce su questa situazione. "E' una vera e propria strage senza precedenti- ci dice Lorenzo Croce presidente di AIDAA- vogliamo che i responsabili vengano trovati e puniti, questa strage come altre in passato ha rischiato di rimanere sotto traccia se non fosse perchè tra i cani morti avvelenate c'era anche quello di un giornalista di un quotidiano locale che ha iniziato a scavare fino in fondo, e con lui per fortuna si è schierato il vice sindaco del paese che ha lanciato l'allarme, a differenza- conclude Croce- dell'assessore alla caccia di un comune vicino che ha avuto anche lui il cane ucciso ma ha visto bene di non denunciare forse per coprire qualche suo collega cacciatore o bracconiere. Noi andremo fino in fondo e chiediamo che il ministero della salute intervenga e lo faccia subito per chiarire i contorni di questa orribile vicenda."