ratto gigante |
Roma (24 Novembre 2013) –
In Italia a fronte di una popolazione di circa 10 milioni di gatti,
di cui solo un milione randagi o riuniti in colonie feline, vive
almeno una popolazione di 200 milioni di topi e ratti la maggior
parte dei quali concentrati nelle grandi città come Milano (5
milioni), Roma (6 milioni), Napoli (10 milioni), Palermo (7 milioni).
Secondo le nostre stime prudenziali sono circa 200 milioni i topi che
vivono in Italia di questi almeno la metà sono topi di fogna
(pantegane) che vivono nel sottosuolo delle grandi aree urbane mentre
l'altra metà è composta da ratti di varia specie che vivono
prevalentemente in superficie o comunque dentro gli insediamenti
urbani e le fattorie di campagna. Questa immensa popolazione di topi
consumano oltre dieci milioni di tonnellate di cibo. Ma c'è chi come
Dagospia * parla della presenza di una popolazione di 500 milioni di
ratti italiani che consumano oltre 20 milioni di tonnellate di cibo
l'anno. La popolazione di topi e ratti rappresenta senza ombra di
dubbio la maggior popolazione animale presente sul suolo e nel
sottosuolo italiano), stando agli esperti le ratte femmine hanno una
capacità di riproduzione eccezionale dettata anche dalla capacità
di creare lo stato di autogravidanza. Quando una topa fa l'amore
infatti mette da parte un po di sperma del topo maschio che può poi
utilizzare successivamente per un numero indefinito di gravidanze
(pratica della ritenzione degli zigoti). Vale la pena anche ricordare
che i topi ed i ratti hanno diverse dimensioni ed attesa di vita.
Cosi se il topo di fogna vive da uno a tre anni misura mediamente
mezzo metro e pesa mediamente un chilo ed ha denti che crescono con
una media di un centimetro al mese, i topi campagnoli sono di
dimensioni assolutamente inferiori e coda compresa arrivano a 20-24
centrimetri. Come combattere questa vera e propria invasione? “Non
certo a suon di veleno derattizzante- ci dice Lorenzo Croce
presidente nazionale di AIDAA- noi siamo contro lo sterminio di massa
di qualsiasi animali topi compresi, riteniamo che si debba invece
introdurre nelle città Italiane un maggior numero di gatti randagi,
solo raddoppiando per lo meno la popolazione presente che oggi si
aggira attorno ad un milione di esemplari, la maggiore presenza dei
felini infatti introduce l'elemento naturale del predatore,unico
sistema per noi accettabile per arrivare ad un contenimento reale
della popolazione dei ratti e dei topi. Ai quali vanno aggiunte norme
di comportamento civile come non abbandonare il cibo avanzato nei
parchi e l'immondizia per strada. Appare evidente- ci dice Lorenzo
Croce- che i tre fattori :abbandono di rifiuti organici, mancata
raccolta dell'umido differenziata e minor presenza di gatti in città
mettono in moto il fenomeno dell'aumento che appare inarrestabile e
che non può essere certo fermato con le derattizzazioni che da più
parti sono risultate essere di scarso effetto pratico sulle colonie
di topi ma letali per altri animali che involontariamente restano
uccisi dal veleno dopo aver ingerito i resti dei bocconi destinati ai
topi che però a loro volta stanno imparando a riconoscerli e a
scansarli.”
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