IN FORTE AUMENTO I CASI DI
MALASANITA' VETERINARIA
Roma (14 Febbraio 2013) -
Nel 2012 sono state 1.240 le segnalazioni giunte al telefono amico
AIDAA ed al tribunale degli animali, il servizio di consulenza legale
di AIDAA, relative a casi di presunta malasanità veterinaria, con un
incremento di oltre il 40% rispetto ai dati del 2011. In particolare
si rivolgono al servizio di consulenza legale di AIDAA proprietari di
cani e gatti che accusano i veterinari di non essere professionali ed
in alcuni casi con la loro imperizia di aver causato la morte degli
animali, davvero tante le storie strazianti di padroni di cani e
gatti che si rivolgono al tribunale degli animali per avere
consulenza legale. Moltissimi anche i casi in cui i veterinari non
emettono fatture e quindi lavorano in nero e sopratutto molti i casi
in cui chi si rivolge al tribunale degli animali di AIDAA perchè i
veterinari, rei, secondo i proprietari degli animali, della morte di
fido o micio si rifiutano di consegnare le cartelle cliniche dei
propri pazienti deceduti per paura di essere trascinati in tribunale.
“La cosa che maggiormente ci indigna è il silenzio degli ordini
provinciali che non si degnano di rispondere alle sollecitazioni dei
proprietari di animali che denunciano il comportamento a volte poco
deontologico dei veterinari- ci dice Lorenzo Croce presidente di
AIDAA- è una situazione che interessa ovviamente una percentuale
minore di veterinari, la cui maggioranza invece agisce con cognizione
di causa e per il bene dell'animale,ma questi casi anche un solo
caso, rischiano di gettare discredito anche su chi invece lavora in
maniera assolutamente professionale. Noi come AIDAA lanciamo un
appello agli ordini veterinari affinchè provvedano ad emettere
provvedimenti disciplinari nei confronti dei loro associati colpevoli
di negligenza, vi sono casi- conclude Croce- e uno di questi
interessa gli ordini di Reggio Calabria e Milano di veterinari
colpevoli di aver ucciso dissanguandolo un cane, con sentenza passata
in giudicato che continuano a lavorare come se nulla fosse coperti
dalla complicità dei loro colleghi e dei loro vertici locali e
nazionali e questo non è accettabile”.