Fermo (14 settembre 2012) - Il comando della polizia locale di Fermo ha revocato il verbale della multa di 1.037 euro fatto a due turisti di Milano e Carpi in quanto a detta dello stesso comandante della Polizia Locale della città marchigiana Antonio Dell'Arciprete ritenute le motivazioni della multa: "eccessive ed irragionevoli,tali da apparire spropositate rispetto alla gravità dell'infrazione" ha emesso un provvedimento con il quale annulla la multa e la sostituisce con un ammenda di 200 euro (riducibile a 100) ai sensi delle disposizioni del codice di navigazione, ammenda questa sicuramente più ragionevole e sulla quale è comunque ammesso ricorso al giudice di pace. La multa da 1037 euro era stata emessa da un vigile lo scorso 13 agosto ai danni di due famiglie che si trovavano in una spiaggia di Marina Palmense nel comune di Fermo in quanto insieme alle famiglie originarie di Boffalora in provincia di Milano e di Carpi di Modenaerano presenti in spiaggia due meravigliosi esemplari di boxer. Le due famiglie si erano allora rivolte al servizio legale di AIDAA per l'assistenza, dopo che la notizia di questa multa spropositata fu resa nota dall'associazione animalista attraverso la stampa, il comando della polizia locale di Fermo ha preso contatto con le due famiglie dando la notizia della revoca del provvedimento e della sua sostituzione con un'ammenda minore. "Siamo ovviamente soddisfatti- ci dice Lorenzo Croce presidente di AIDAA- e diamo atto al comando della polizia locale di Fermo di aver agito in maniera correttissima facendo prevalere il buon senso alla semplice applicazione burocratica di una normativa. Ora- continua Croce- aspettiamo il nuovo verbale e poi valuteremo insieme ai proprietari dei due boxer se fare o meno ricorso. Questo fatto- conclude Croce-rappresenta comunque un precedente significativo nella lotta contro le sanzioni per i cani in spiaggia, anche perchè di fatto l'annullamento e la sostituzione con una sanzione inferiore mette in evidenza le incongruenze di questa situazione, esistono infatti oltre 6.000 diverse ordinanze ed altrettanti livelli sanzionatori per un divieto che per noi è anacronistico".