lunedì 19 marzo 2012

LA VERITA' SULL'INGOZZAMENTO DI ANATRE ED OCHE PER IL FOIE GRAS - MASSIMA DIFFUSIONE


La verità sull’ingozzamento di anatre e oche per il “foie gras”

La produzione di fegato grasso implica la nascita di 80 milioni di anatroccoli ogni anno e 800.000 piccoli di oca. Per definire il fegato d’oca «foie gras» l’ingozzamento è obbligatorio, richiesto dalla legge francese (art. L. 654-27-1 del codice rurale).
Gli anatroccoli nascono in un’incubatrice: le uova sono messe sopra dei carrelli all’interno di grandi armadi di incubazione.
Per quanto riguarda le anatre, solo i maschi vengono ingozzati, l’utilizzazione delle femmine è vietata. Il fegato delle femmine non va bene perché diventerà troppo nervoso. Gli uccellini sono quindi selezionati per sesso dal momento in cui escono dall’uovo. Esistono due metodi per farlo. Alcune specie hanno una macchia nera sulla testa che permette di distinguere i maschi dalle femmine. Per gli altri casi invece si deduce dai genitali.
Le femmine sono generalmente eliminate alla nascita.
Un giorno, gli anatroccoli e i piccoli d’oca verranno trasportati in un allevamento che li condurrà alla fase dell’ingozzamento all’età di circa 80 giorni.
élevage pré-gavage
L’ingozzamento consiste nel somministrare forzatamente - con l’aiuto di un tubo inserito a forza in bocca, in gola e fin nello stomaco dell’animale - cibo in grande quantità, molto energetico e tutt’altro che equilibrato. Questa operazione richiede da 45 a 60 secondi con il metodo artigianale. Invece con il metodo industriale (largamente predominante) solamente 2-3. Questo consiste nell’utilizzare una pompa idraulica o pneumatica. Gli uccelli sono ingozzati due volte al giorno.
In Francia l’87% delle oche e anatre utilizzate per il foie gras sono rinchiuse in gabbie a batteria dove non possono nè alzarsi, nè girarsi, nè stendere le ali.
La Raccomandazione del 1999 vieta l’utilizzo delle gabbie individuali (la Francia non rispetta questa Raccomandazione..). Come alternativa alla gabbia individuale esiste la gabbia collettiva.
In altri casi gli uccelli sono rinchiusi in recinti.
Dopo lo shock dell’ingozzamento gli animali sono soggetti a diarrea e a convulsioni.
Il funzionamento del fegato è compromesso, l’animale soffre e non riesce a regolare la temperatura del corpo; sviluppa una malattia chiamata statosi epatica. Inoltre le dimensioni del suo fegato ipertrofico, che diventerà 10 volte più grande di quello che avrebbe in condizioni di salute, gli renderà difficile la respirazione, e ogni movimento molto doloroso. Le sacche polmonari sono compresse, il centro di gravità dell’animale è spostato.
Oltre alla lunga lista di malattie, dolori e malessere generale sono le statistiche stesse sulla mortalità degli animali così ingabbiati, ingozzati e sovralimentati a tradire il loro stato di salute. Il rapporto del 1998 del Comitato Scientifico Veterinario inviato dalla commissione europea menziona dei tassi di mortalità anche da 10 a 20 volte più elevati per gli animali ingozzati rispetto a quelli allevati senza ingozzamento.
Canard mort en cage
Dopo una dozzina di giorni di ingozzamento gli uccelli saranno inviati al mattatoio in casse dove vengono ammassati.
Transport vers l'abattoir
Durante l’ingozzamento gli uccelli sono rinchiusi in gabbie con superfici dure e sviluppano infezioni alle zampe come si può osservare in questo mattatoio dove sistematicamente tutte le loro zampe presentano dermatiti.
Sono storditi poi con elettronarcotico per lo sgozzamento.
Succede frequentemente che gli uccelli si risvegliano durante lo sgozzamento, o prima...
Sono successivamente spiumati, sviscerati, svuotati, il loro fegato è prelevato e trattato per essere reso commestibile.
Foie gras
Per vedere ciò che sopportano veramente questi animali per produrre il fegato grasso guardate questo video girato nel 2004 nelle stanze del “gavage” (ingozzamento) in Francia. Si siete dei giornalisti prima di andare a visitare uno stabilimento di “foie gras” leggete qualche consiglio.
Di seguito i link ad alcune pagine dove potete trovare qualche altra informazione sulla realtà del “gavage”. L’accento è posto sugli animali e su quello che subiscono.