RATTI DA PASTO: UN MERCATO DA 400.000 EURO L’ANNO
Molto spesso
sentiamo parlare dei topi di laboratorio, cresciuti e poi destinati ai famigerati
esperimenti dei vivisettori, di loro si sono interessanti in molti, ed in
alcuni casi sono nati dei veri e propri centri di recupero di questi animali “a
fine carriera” o salvati in qualche modo dalle grinfie dei ricercatori che li
usano per testare di tutto e di più. (esistono addirittura dei topi a cui sono
state trapiantate le cellule umane per la crescita dei capelli che fanno di
loro dei veri e propri topi capelloni). Mai o quasi si parla invece di un'altra
razza di animali, anche loro allevati con uno scopo preciso, morire mangiati
dagli animali esotici e per restare nella sola categoria dei ratti, mangiati
dai serpenti. Stiamo parlando dei ratti da pasto. Il mercato di questi topi
destinati a diventare cibo vivo (o congelati) per i serpenti è un mercato in
questi anni in continua crescita, al punto che sono nati in Italia diversi
negozi specializzati nella loro vendita, e ovviamente non mancano i “rifornitori”
di ratti da pasto anche su internet dove sono una decina i siti che vanno per la
maggiore che forniscono questi animali vivi o surgelati ai possessori di
serpenti e di altri rettili che si cibano di loro. Esistono dei veri e propri
tabellari dei prezzi, per i quali i ratti da pasto di taglia xxl costano
mediamente dai 4 ai 5 euro, mentre un topolino bianco da pasto viene a costare
dai 70 centesimi ad un euro. Ad essi si affiancano anche siti e negozi online
che vendono insetti destinati all’alimentazione. Il tutto per un giro commerciale
di oltre 400.000 euro. “A noi come AIDAA interessa poco l’aspetto commerciale
in se- ci dice Lorenzo Croce presidente nazionale dell’associazione animalista-
quello che vogliamo denunciare è che di questi animali allevati per diventare
cibo per altri animali non parla nessuno, cosi come poco si parla in verità
anche degli allevamenti intensivi di ovini, bovini, polli e conigli destinati a
diventare cibo per i nostri animali di casa. Certo si tratta di un filone che
meriterebbe un maggiore approfondimento, certo è che è un aspetto dei diritti e
della tutela degli animali fino ad oggi trascurato, sul quale in qualche modo
vorremmo accendere una luce, perché se è giusto parlare di tutela degli animali
d’affetto o di lotte contro la vivisezione ci pare un po ipocrita far finta che
esistono animali di serie b destinati al macello, ma anche veri e propri
allevamenti di milioni di ratti bianchi uccisi o fatti mangiare vivi dai
serpenti che stanno nelle teche delle case degli italiani. Dal nostro punto di
vista almeno quest’ultimo aspetto sarebbe di semplice soluzione, basterebbe
lasciare i serpenti e gli altri esotici nel
loro habitat naturale ed il problema sarebbe risolto alla fonte”.