PATACCHE E PATACCARI (OVVERO GIORNALISTI A TANTO AL METRO)
E’ di ieri l’ultimo attacco ai
nostri comunicati ed al nostro lavoro, l’ennesimo attacco grossolano portato
avanti da una giornalista a me sconosciuta che ha dato dei giudizi sull’operato
della nostra associazione senza mai avermi una volta chiesto un informazione,
ne a me ne ad altri nostri responsabili. Un attacco gratuito al quale abbiamo
risposto e risponderemo invitando i giornalisti a vedere i nostri data base. Un
attacco che merita non solo la querela di rito ma per la signora che ha scritto
questo articolo anche una protesta scritta al suo ordine dei giornalisti, perché
il pressappochismo che stà dietro questo nuovi censori è non solo idiota, ma
anche facilmente confutabile. Vi cito solo un paio di casi capitati con nomi e
cognomi. Il primo risale al mese di Agosto quando fui chiamato dal giornalista
del gazzettino padano Yari Pilati che mi chiedeva informazioni su come
confezionavamo i nostri comunicati, passando subito dopo alla solita storia
dell’ordine dei giornalisti che mi avrebbe espulso nel 1992, a parte il fatto
che sono passati venti anni e che nel frattempo ne sono successe tante di cose
(tutte bellamente ignorate). Il giornalista che probabilmente aveva avuto il
compito di incastrarmi fu da me invitato ad agosto del 2011 a visitare i nostri
data base, dopo di lui parlai con il suo capo redattore Paolo Pardini
ovviamente invitato anche lui. Nessuno si è mai fatto vedere. Ma sono
proseguiti gli attacchi del PILATI portati in maniera diretta ed indiretta,
dimentica ovviamente il signor Pilati di menzionare il fatto che lui stesso è
stato autore di un servizio sull’impegno di AIDAA per salvare un parco a Milano
in cui espresse per il nostro operato nel caso specifico parole di
apprezzamento. In questo caso omissione e bugie fanno il paio ed anche per lui
è pronta la lettera ai suoi superiori e all’ordine dei giornalisti al quale fa
sempre riferimento parlando di me. C’è poi la storia dei siti internet che hanno
attaccato sulla vicenda degli animali morti nella notte di capodanno. Noi
abbiamo annunciato il rischio di morte per 5.000 animali in realtà abbiamo
avuto dati molto minori che abbiamo poi comunicato. Ci si accusa di aver
gonfiato i dati della previsione per obbligare i comuni ad emettere le
ordinanze contro i botti di capodanno?? Anche qui anziché fermarsi alle prime
cinque righe dei comunicati dei centopercento animalisti che parlano di me (la
fonte maggiormente citata e che inizio a pensare serva a questi signori per
farsi un poco di pubblicità sulla mia pelle visto che sono emarginati dal
movimento), sarebbe stato sufficiente che queste teste di uovo avessero fatto
un passo indietro leggendo i comunicati dello scorso anno emessi dalle varie
sedi locali delle associazioni nazionali di tutela degli animali, per
verificare che il numero degli animali di cui si denunciava la morte per l’anno
precedente in seguito ai botti di capodanno era ben maggiore rispetto a quello
che noi avevamo preventivato ( e poi per fortuna smentito dai fatti come da noi
stesso riconosciuto). Qui oltre al pressappochismo c’è la malafede. E nel loro
caso querela in arrivo. Ovviamente siccome sono certo di vincerle tutte alla
fine molti animali e associazioni ne beneficeranno e ringrazieranno. Occorre
verificare le fonti prima di attaccare a man bassa. Si capisce che il
giornalismo di una volta è finito, oggi ci sono questi pressapocchisti e
bufalari che accusano senza prove e senza ricerca (e senza possibilità di
replica se non in alcuni casi specifici). Poi se gratti gratti scopri che
questi ti attaccano uno per motivi di letto,
l’altra perché collegata a gruppi ed associazioni che ci vedono come il fumo
negli occhi. Perpetuare gli attacchi con articoli fotocopia contenenti menzogne
non provate e non provabili a volte possono fare un effetto inizialmente
positivo nel denigrare una persona (quella in questione sono io) ma a parte il
fatto che si tratta di cose trite e ritrite smentite strasmentite e per le
quali ogni svolta smentirò facendo copia incolla delle smentite precedenti. Si
ma questi articoli rischiano di portare anche a processi e sentenza fotocopia.
Ma i danni cari signori dovrete pagarli con euri veri mica con banconote in
fotocopia. Cominciate a risparmiare.